Chissà quante volte vi sarà capitato di salire sulla bilancia, dopo una cena di lavoro o una festa di compleanno o una vacanza all’estero, e trasalire, osservando l’ago avvicinarsi pericolosamente al limite che vi eravate imposti di non superare “mai”. Altre volte, a scatenare un irrefrenabile bisogno di pesarsi, non è il rimorso di essersi abbandonati ai piaceri del cibo, ma l’angustia che assai spesso procura una dieta dimagrante. Del resto chi si mette “a dieta” si aspetta risultati tangibili e in breve tempo, visti i sacrifici a cui si sottopone. Sacrifici che, va detto subito, sono soprattutto di natura psichica e non fisica in quanto al nostro organismo, per funzionare in perfetta efficienza, basta metà del cibo che normalmente consumiamo. Tuttavia, se alla costrizione dovuta alla necessità di svegliarsi quando si ha ancora sonno, di andare a lavorare quando si avrebbe voglia di oziare, di studiare quando si avrebbe voglia di svagarsi, aggiungiamo quella dovuta alla necessità di mangiare meno quando si ha ancora appetito o di mangiare un’insalata quando si preferirebbe un dolce, beh allora non vi meravigli che il periodo nel quale viene seguita la dieta venga vissuto come un periodo di sacrifici e che il raggiungimento del peso prestabilito, come la via d’uscita dal carcere. La speranza di vedere diminuire il proprio peso è dunque la molla che spinge il paziente a pesarsi continuamente durante una dieta ma che spesso è fonte di pungenti delusioni. Infatti, nell’arco di una giornata, il nostro peso, può oscillare fisiologicamente anche di un chilo o più, poiché noi siamo sempre il risultato di un bilancio tra entrate e uscite e, secondo il prevalere delle une o delle altre, il peso varia. Salire sulla bilancia troppo frequentemente, non permette una stima corretta dei progressi compiuti. Inoltre, le variazioni del nostro peso non corrispondono sempre a variazioni della massa grassa in quanto possono dipendere da ritenzione di liquidi, da costipazione, da riempimento gastrico, da variazioni della muscolatura. Pertanto, per ovviare alle insidie del peso corporeo e alle frustrazioni che derivano dalle sue variazioni, l’iniziativa più opportuna da adottare è buttare via la bilancia e comprare il metro: quando si è “a dieta” bisogna perdere le taglie e non i chili. Per comprendere meglio questo concetto è necessario che v’illustri qualche esempio. Supponiamo che vi mostri due scatole di cartone identiche (medesime dimensioni e medesimo colore). Prenderò poi delle piume e delle pietre e, senza farmi osservare, collocherò all’interno di una le piume e all’interno dell’altra le pietre. Mostrandovi entrambe le scatole, vi chiederò di dirmi quale sia la più pesante. In tal modo avrete una probabilità su due d’indovinare o di sbagliare e il rischio che ciò accada sarà piuttosto elevato. La spiegazione di questo evento è riposta nel fatto che la vista vi permette di stimare solo le dimensioni di un oggetto non la sua massa. Analogamente quando, guardandovi allo specchio, vi trovate grassi, quello che apprezzate con la vista è soltanto il vostro volume non la vostra massa corporea. Quest’ultima, infatti, è una grandezza fisica, cioè una proprietà dei corpi materiali, misurabile esclusivamente per mezzo di strumenti detti bilance. Per apparire più magri ai vostri occhi (e anche a quelli degli altri) dovrete perdere volume non massa. In altri termini dovrete perdere centimetri non chili e in ultima analisi il dietologo non vi servirà per perdere peso ma taglie corporee. D’altro canto pensate ad un atleta di wrestling: la sua massa (peso) supera di gran lunga quella stabilita dalle tabelle di riferimento internazionali per le persone normo-peso, eppure nessuno si azzarderebbe ad affermare che necessiti di un dimagrimento visto l’imponente sviluppo della sua muscolatura. Pertanto, quando intraprendete una dieta, per sapere se questa sia efficace, non curatevi che l’ago della bilancia scenda, ma che aumenti la comodità dei vostri indumenti.
Studio di Cure Naturali
Professor Luca Mario PITROLO GENTILE
Medico Dietologo e Nutrizionista
Tel. 0294964925
Tel. 0294602864
Whatsapp e Mobile 3331682902
Ingredienti (per una porzione)
100 gr.di tofu
Mezzo cucchiaio di succo limone
Mezzo spicchio d’aglio
Mezzo cucchiaio di erbe aromatiche tritate
1 cucchiaino di olio extravergine di oliva
Preparazione
Mettete a macerare per circa mezz’ora il tofu in una miscela di limone, olio, aglio tritato e erbe aromatiche; sgocciolate il tofu e fatelo saltare in una padella antiaderente da entrambi i lati oppure passatelo in forno fino ad ottenere una doratura uniforme.
Ricetta elaborata dallo Studio di Cure Naturali
Professor Luca Mario PITROLO GENTILE
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Ingredienti (per un bicchiere)
125 gr.di polpa di anguria
Mezzo lime
1 pera matura
Preparazione
Tagliare la pera in quattro parti, sbucciare il lime eliminando la pellicina bianca e mettere insieme alla polpa di anguria nella centrifuga.
Ricetta elaborata dallo Studio di Cure Naturali
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