Articolo di febbraio 2025

Omo de panza, Omo de sostanza!

Poco importa se questa italica espressione venga usata con ironia e giocosità per sottolineare l’imponenza di una persona in carne, rispetto alla modestia di una persona magrolina, in quanto avere la pancia prominente non sempre è motivo d’orgoglio, ma, più spesso, di disagio. Avere i pantaloni che si abbottonano con fatica, avere la gonna fastidiosamente stretta è tutt’altro che piacevole. E chissà quante volte vi sarà capitato di avere l’addome gonfio come un pallone, senza un’apparente spiegazione. Chissà quante volte avrete pensato: “A che taglia sarò arrivato?”.  Chissà quante volte vi sarete interrogati per capire se il gonfiore fosse legato alla ritenzione idrica o all’accumulo d’aria o all’aumento del grasso corporeo.

Per capire il fenomeno bisogna risalire alle sue tre possibili cause e precisamente: un accumulo di liquidi nell’addome, detto ascite, che riguarda fortunatamente pochissimi soggetti; un accumulo di aria nei visceri addominali, detto meteorismo, che, invece, riguarda moltissime persone; un aumento del grasso addominale che, purtroppo, riguarda quasi tutti i pazienti.

Ma come fare per capire a quale delle tre cause sia dovuto il gonfiore addominale?

Attualmente esistono strumenti diagnostici che ci permettono di arrivare tempestivamente alla diagnosi e così trovare la terapia più indicata per la soluzione del problema.

Tra i metodi impiegati per misurare il gonfiore addominale il più semplice è sicuramente rappresentato dalla misurazione della circonferenza addominale che negli uomini non deve superare i 102 cm e nelle donne gli 88 cm. A questo si aggiunga il rapporto vita-fianchi ottenuto dividendo la circonferenza della vita per quella dei fianchi che negli gli uomini dev’essere inferiore a 0,95 e nelle donne inferiore a 0,85. Tuttavia, questa metodica presenta un limite concettuale in quanto permette solo di stabilire se le dimensioni dell’addome sino comprese entro limiti normali ma non permette di discriminare se l’aumento dimensionale dell’addome sia ascrivibile all’acqua, all’aria o al grasso viscerale.

Quindi, il metodo migliore resta sempre la bioimpenziometria con strumento dedicato, detto analizzatore della composizione corporea. Si tratta di un esame di tipo bioelettrico per l’analisi quantitativa e qualitativa della composizione corporea. Il metodo è semplice, non invasivo e consiste nell’applicazione al corpo di una debole corrente alternata. La misurazione della resistenza che la corrente applicata incontra nell’attraversare il corpo umano ci consente di stabilire, grazie ad opportune formule, la composizione corporea, ovvero quanta parte del nostro peso corporeo sia dovuta all’acqua, ai muscoli, alle ossa e, soprattutto, al grasso. Ma il grasso corporeo può essere localizzato a livello sottocutaneo, a livello intramuscolare e a livello viscerale. Quest’ultimo detto anche grasso intra-peritoneale, è il grasso che si accumula all’interno della cavità addominale, a contatto con il peritoneo, cioè la membrana che avvolge la maggior parte degli organi quali fegato, stomaco, intestino. Il grasso viscerale produce sostanze infiammatorie che nel tempo possono causare un’infiammazione di lunga durata. Un’infiammazione di lunga durata non va mai sottovalutata, in quanto determina un aumento esponenziale dei radicali liberi, molecole tossiche che danneggiano il nostro organismo a tutti i livelli. L’accumulo eccessivo di radicali liberi rappresenta un momento fisiopatologico essenziale nella genesi delle alterazioni metaboliche e dell’aumento dei fattori di rischio cardiovascolare, alla base delle patologie più diffuse oggi nel mondo, quali dislipidemie (aumento di colesterolo e trigliceridi), ipertensione, diabete, ecc., ictus, infarti e tumori.

Il Bioimpedenziometro, analizzando la composizione corporea, è in grado di misurare l’area del grasso viscerale e indirettamente stabilire il rischio statistico di andare incontro, col passar del tempo, a numerose patologie anche mortali.

Tuttavia, benché complesso dal punto di vista strumentale, l’esame bioimpedenziometrico della composizione corporea risulta semplice, non invasivo, rapido ed economico. Occorre soltanto salire a piedi scalzi, impugnare due manopole, attendere 60 secondi e ritirare la scheda che verrà stampata dallo strumento. Decodificare il referto è semplice e le informazioni ottenute guidano nella scelta del programma più indicato per ridurre il gonfiore addominale dovuto al grasso viscerale.

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