Può sembrare un paradosso ma la risposta è affermativa. Naturalmente non parliamo delle caratteristiche quantitative ma di quelle qualitative. Per fare un esempio che renda intuitivo il concetto dobbiamo immaginare che la dieta sia come un abito e che il dietologo sia come un sarto. Più precisamente, come al sarto spetta il compito di stabilire quale sia la taglia del suo cliente, così al dietologo spetta il compito di stabilire quale sia il metabolismo del suo paziente. Continuando a usare la metafora della sartoria, potremmo dire che come il cliente, quando va dal sarto, ha il compito di scegliere il tipo di tessuto e il suo colore, così il paziente, quando va dal dietologo, ha il compito di scegliere se consumare più carboidrati o più proteine, se consumarli a pranzo o cena e, infine, se escludere cibi non graditi.
Come al sarto spetterà confezionare per il suo cliente un abito che, nel rispetto della taglia, assecondi i suoi gusti, così al dietologo spetterà elaborare per il suo paziente una dieta che, nel rispetto del metabolismo, rispetti le sue preferenze.