Ciascun individuo non si nutre semplicemente di frutta o di verdure o di categorie generiche di alimenti, né consuma genericamente un cibo come se fosse un medicinale, al contrario, ha un rapporto complesso con l’alimento, spesso collocato in un determinato ricettario e sempre frutto di una specifica cultura gastronomica. Non tenerne conto è come sottendere che l’educazione alimentare si possa semplicemente fare con messaggi del tipo: consumate meno carne, consumate meno formaggi! L’educazione alimentare e, di pari passo, la prescrizione dietetica passano attraverso la disamina della realtà gastronomica del paziente, fatta di ricette, di piatti elaborati, di preferenze, di comportamenti codificati ed infine di ripartizioni giornaliere prettamente individuali. Caratterizzare la dieta abituale è uno dei primi postulati che le scienze nutrizionali affermano da anni. Tra le varie metodiche d’indagine che possono essere utilizzate ai fini della caratterizzazione dietetica, è indicata l’anamnesi alimentare come mezzo d’indagine preliminare finalizzata alla costruzione della dietoterapia personalizzata ed alla normalizzazione del comportamento alimentare. In particolare l’anamnesi alimentare costituisce lo strumento indispensabile per analisi sia individuali che epidemiologiche, per quantificare e qualificare il consumo alimentare, per rimarcare gli eventuali eccessi ed errori e per delineare i correttivi nutrizionali. È lo strumento iniziale e basilare da cui far partire l’intervento dietetico o da cui procedere per un migliore approfondimento nell’area cognitivo-comportamentale. La metodologia utilizzata per raccogliere informazioni sui consumi alimentari e sull’assunzione di nutrienti è di estrema importanza. Infatti, non esiste programma dietetico personalizzato che possa prescindere da questo importante momento. Numerose sono le metodiche impiegate, giacché non esiste un unico metodo per lo studio dei consumi alimentari che possa essere raccomandato per tutti gli individui. La scelta del metodo dipende dallo scopo della ricerca, dal campione di popolazione da indagare e, non ultimo, da considerazioni pratiche quali la disponibilità, non solamente di personale specializzato (dietista, nutrizionista), ma anche di tempo, nonché dalla gravosità dei costi. Ciò spiega il fatto che, a seconda delle differenti situazioni, gli investigatori sono portati a scegliere un metodo piuttosto che un altro o ad adattare metodi preesistenti in funzione degli obiettivi che si vogliono perseguire. Conoscere le abitudini alimentari di un soggetto e tenere conto del complesso rapporto che questo contrae con il cibo, è di vitale importanza per il nutrizionista. L’anamnesi alimentare costituisce quindi un momento di fondamentale importanza per adeguare la dieta, non solo alle necessità di dimagramento o di correzione di uno stato patologico, ma anche e soprattutto alle abitudini alimentari del soggetto preso in esame. Soltanto sulla scorta di queste informazioni sarà possibile rendere un qualsiasi regime dietetico conforme allo stile di vita di un individuo in modo tale da consentirgli di seguirlo senza difficoltà e ottenere alla fine una dieta personalizzata e gradevole che si attagli all’individuo come un abito fatto su misura dal sarto. Il raggiungimento di un calo ponderale comporta necessariamente una riduzione dell’apporto alimentare che non può essere lasciata al caso o all’iniziativa del paziente, ma impostata e attentamente gestita dal medico. La terapia dietetica, come del resto gran parte della terapia medica, fonda il proprio risultato sulla capacità del medico di stabilire un rapporto solido e di fattiva collaborazione con il proprio paziente. In campo nutrizionale, segnatamente, è importante saper cogliere le necessità e i disagi del paziente soprattutto perché lo sforzo che gli viene richiesto non è di breve durata, come per la terapia farmacologica.
Studio di Cure Naturali
Professor Luca Mario PITROLO GENTILE
Medico Dietologo e Nutrizionista
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